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ASD – Disturbo dello Spettro Autistico

Pubblicato il: 3 Ottobre 2025
ASD – Disturbo dello Spettro Autistico

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Pubblicato il: 3 Ottobre 2025
Indice

Lo spettro autistico è una condizione del neurosviluppo che coinvolge linguaggio, comunicazione e reciprocità sociale, con possibili interessi ristretti, comportamenti ripetitivi e una diversa elaborazione sensoriale (ipersensibilità a luci, suoni, contatto). Le differenze diventano riconoscibili già nella prima infanzia: non si tratta di “mancanza di volontà” o di educazione inadeguata; è un diverso modo di funzionare che richiede letture competenti e coordinate.
Le cause non sono univoche. Pesano componenti genetiche e neurobiologiche, insieme a fattori ambientali che modulano l’espressività del quadro; nessuna singola causa spiega da sola lo spettro. In questo contesto, la priorità è rendere la vita più abitabile: prevedibilità nelle giornate, ambienti che rispettano il profilo sensoriale, comunicazioni accessibili e una rete che includa la famiglia fin dall’inizio.

Bambini

Il bambino può avere interessi molto focalizzati, differenze nella comunicazione sociale e una sensibilità elevata. Significati impliciti, cambi improvvisi e giochi di gruppo risultano difficili; quando la richiesta supera la soglia, il bambino può andare in crisi o chiudersi in se stesso. Una valutazione e una presa a carico coerente aiuta la famiglia nella creazione di routine chiare e spazi prevedibili, permettendo una migliore gestione dei momenti di difficoltà.

Adolescenti

In adolescenza le regole non dette si intensificano e il masking pesa: cresce la stanchezza, aumentano ritiro e sintomi d’ansia o depressivi. Più che “potenziare” il sociale, serve abbassare il carico, chiarire le attese, selezionare contesti adeguati e tutelare le risorse. Scuola, famiglia e clinici creano una rete supportiva per meglio identificare come aiutare l’adolescente, senza forzare una conformità, ma rispettandone i bisogni.

Adulti

La diagnosi in età adulta arriva spesso dopo anni di compensazioni in contesti pieni di impliciti; lavoro e legami risultano gravosi. Nominarlo non risolve tutto, ma permette di circoscrivere il tollerabile, negoziare condizioni e appoggiarsi a routine e interessi. La psicoterapia organizza, contiene e promuove una regolazione dei confini, tutelando i bisogni della persona.

Valutazione e Psicodiagnostica

La diagnosi è clinica e multidisciplinare: integra storia evolutiva, osservazioni in contesti diversi, colloqui con i genitori e strumenti coerenti con il DSM-5. L’identificazione può avvenire già intorno ai 2 anni, quando compaiono segnali come minore iniziativa sociale, difficoltà nella risposta al nome, nell’attenzione congiunta e nell’uso del gesto per comunicare, insieme a particolarità sensoriali e ripetitività.
La valutazione non serve ad “addestrare abilità”, ma a costruire una lettura condivisa: che cosa aiuta, che cosa affatica, quali mediazioni rendono più accessibili relazioni, comunicazioni e passaggi scolastici. La famiglia è parte attiva dell’intero percorso.

Presa in carico


La presa in carico è personalizzata e multimodale. Si lavora su una cornice prevedibile e rispettosa del profilo sensoriale, su modalità comunicative accessibili (anche con sistemi aumentativi/alternativi quando utile), e su autonomie che abbiano senso nella vita reale. La scuola è parte della rete: condivide linguaggi e priorità, evita protocolli rigidi poco trasferibili e sostiene partecipazione e appartenenza. Quando presenti condizioni associate (sonno, ansia, epilessia, ADHD), l’inquadramento medico è integrato nella stessa cornice clinica. Il percorso prevede revisioni periodiche: gli obiettivi cambiano con l’età, le richieste dell’ambiente e le risorse che emergono.
L’obiettivo non è “normalizzare”, ma accompagnare la persona e la famiglia nel tempo, riducendo stress e isolamento e mantenendo al centro benessere e qualità di vita.

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